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Psicologia Giuridica- consulta le Tesi degli allievi del corso di Campobasso in archivio

La Perizia di tre serial killer Print

1) Gianfranco Stevanin: il "mostro di Terrazzo"

Il "caso Stevanin" nasce a Vicenza la sera del 16 novembre 1994: l'agricoltore di Terrazzo viene arrestato al casello di Vicenza Ovest, dopo che una prostituta austriaca, Gabriele Musger, si lancia dalla Lancia Dedra Blu, targata VE A28260, di proprietà dello Stevanin, dirigendosi verso una volante della polizia, che si trovava nei pressi del casello chiedendo aiuto. Gli agenti identificavano l'uomo in Stevanin Gianfranco e procedevano alla perquisizione del veicolo, rinvenendo e sequestrando una pistola giocattolo priva di tappo rosso. Le indagini portano a scoprire l’uccisione e l’occultamento di  cadavere di sei persone. L'uomo spiega che i suoi avvocati, insistendo con le domande, cercano di fargli rivivere il passato e qualcosa gli ritorna in mente, ma, racconta, "è come se fosse un ricordo che io sogno", quindi spiega meglio, "cioè può essere una cosa che io avevo vissuto realmente ma che avevo cancellato".

La perizia d'ufficio

I risultati dei test effettuati sono i seguenti:

  • scala di intelligenza Wais, Q.I.=114; si tratta di un soggetto con buona dotazione originaria, con armonico sviluppo delle funzioni psichiche.
  • test di Behn-Rorschach; mette in evidenza un'affettività "guardinga", un adattamento affettivo con poca libertà e flessibilità, mediato dal calcolo e dal ragionamento; si può, quindi, desumere l'esistenza di meccanismi di ipercontrollo rigido.
  • test di Rosenzweig; rivela la presenza di un elevato numero di risposte extrapunitive, indice di vulnerabilità dell'Io.
  • M.M.P.I.; il profilo che ne deriva, rivela una preoccupazione del soggetto di fornire un'immagine di sé convenzionale, verosimilmente al fine di evitare presunti giudizi negativi.
  • IPAT (ASQ); rivela il livello d'ansia; il risultato ottenuto si riscontra, di solito, in soggetti eccessivamente rilassati, sicuri.
  • TAT e ORT; mostra una buona capacità di identificazione nelle situazioni, nei personaggi e nell'atmosfera emotiva.

Al termine dei test, i periti commentano con Stevanin i profili ed i risultati di essi, affermando che è ben dotato intellettivamente, non emergono difetti di memoria, non ci sono dei grossi indici di dispersione; di fondo, non è una persona ansiosa e neppure depressa; risulta essere un soggetto sospettoso e cauto; emerge anche una certa aggressività, il bisogno di tenere tutto sotto controllo (elemento tipico dei serial killer) e l'incapacità di lasciarsi andare alle emozioni.

2. Donato Bilancia: il serial killer più atipico e prolifico della storia italiana

Dall'ottobre 1997 all'aprile 1998, Donato Bilancia ha ucciso diciassette volte. Durante la perizia in primo luogo i periti dell'accusa passano alla individuazione di elementi organici o somatici di rilievo attraverso una tomografia assiale computerizzata ed un encefalogramma. I referti hanno permesso agli esperti di escludere elementi organici di rilievo, anche con riferimento ai traumi cranici subiti in passato da Bilancia. Rossi e De Fazio sottopongono Bilancia a tutta una serie di test:

  • nel test Minnesota hanno riscontrato uno stato depressivo compatibile con l'ambiente carcerario e qualche elemento di impulsività, di discontrollo dell'impulso in misura limitata.
  • dal test Rorschach è emersa una dimensione decisamente nevrotica; è emersa una tendenza all'ansia espressa esternamente.
  • il test Wais infine ha mostrato delle inibizioni ansiose.

L'intelligenza che ne è emersa è di livello medio, tendente verso il buono. Il quoziente intellettivo è di 120 senza deterioramento di rilievo.

Luigi Chiatti: il "mostro di Foligno"

Alla luce della piena confessione resa da Chiatti al magistrato, il nodo cruciale del processo è costituito, anche in questo caso, dalle valutazioni relative alla capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dei fatti. Al serial killer sono stati effettuati una serie considerevole di test:

  • scala di Wittenborg: da essa non sono risultati presenti segni di patologie psichiche, ma soltanto una condizione paranoide e di psiconevrosi ossessiva.
  • test delle matrici di Raven e test Wais: è emerso da questi che Chiatti ha un'intelligenza superiore alla media e una memoria indenne in tutte le sue sfaccettature.
  • il test SCID II ha fornito risposte compatibili per la diagnosi del disturbo di evitamento e di quello paranoide. Da esso si evidenziano anche tratti ossessivi, narcisistici e relativi al disturbo borderline, ma senza configurare il relativo disturbo.
  • test Minnesota Multiphasic Personality Inventory: da esso si desume una facilità all'azione o comunque ai comportamenti impulsivi o trasgressivi egosintonici, fino ad un vero e proprio atto antisociale; vi sono tratti di chiusura e di inibizione nei rapporti interpersonali con tendenza alla fantasticheria. In base all'interpretazione dei dati forniti da tale test vi sono in Chiatti tratti orientati in senso depressivo in un soggetto generalmente fiducioso di sé e sicuro del proprio agire, con scarsa plasticità e contatti interpersonali limitati, tendenzialmente portato allo sviluppo di fantasie che consistono in una forte tendenza all'azione in taluni momenti; prevale il principio di piacere su quello di realtà.
  • test dell'albero: evidenzia una spiccata ipertrofia dell'Io, con valenze narcisistiche e tendenza alla fantasticheria.
  • test della figura umana: segnala l'esistenza di problematiche legate al vissuto corporeo e probabilmente alla sfera sessuale, nonché un rigido controllo sulla sfera emozionale da parte di quella cognitiva.
  • test di Rosenweig: questo esame indica uno scarso adattamento sociale e la tendenza a dare la colpa agli altri per le proprie frustrazioni.
  • test di Rorschach: i risultati di questa prova trovano discordi i periti; secondo i periti d'ufficio, Ponti, Fornari e Galliani, emergono l'assenza di alterazioni significative dell'affettività, un basso senso di autostima, una conflittualità nei confronti dell'aggressività, un notevole grado di inibizione della sessualità; secondo il consulente tecnico del P.M., Vittorino Andreoli, i processi razionali appaiono coerenti, il pensiero rimane poco definito o soggetto a dei non funzionamenti di fronte ad un carico emotivo elevato, appare scollato il funzionamento affettivo e rilevante il bisogno di valorizzazione narcisistica e l'esistenza di una personalità disarmonica e infantile; i consulenti di parte, Volterra, Gatti e Traverso, concludono, invece, per l'esistenza di una serie di indicatori che fanno presumere la presenza di un quadro di tipo borderline; i consulenti delle parti civili, Moretti, Parsi e Cundari, infine, segnalano la presenza di un meccanismo di sdoppiamento come corollario dell'ideazione che sarebbe alla base di eventuali manifestazioni di rabbia narcisistica.
  • il test della famiglia evidenzia una forte conflittualità con le figure genitoriali ed una situazione in cui gli aspetti formali e razionali prevalgono su quelli affettivo-relazionali.
  • test O.R.T.: tutti i periti sono concordi nel ritenere che Chiatti mostra di possedere una fantasia sbrigliata in cui anima il suo mondo interiore e da cui emerge una scarsa considerazione dei dati della realtà.